Come da calendario regionale, saranno sospesa le attività didattiche e la scuola rimarrà chiusa lunedì 25 aprile, anniversario della Liberazione.
Il 25 aprile del 1945, 77 anni fa, si chiudeva definitivamente l’esperienza della dittatura fascista che aveva portato alla costruzione dello Stato totalitario, alla persecuzione degli avversari politici, alla guerra di Etiopia e a quella di Spagna, all’alleanza con la Germania hitleriana, alle leggi razziste, alla seconda guerra mondiale e all’occupazione tedesca con
la creazione della RSI, stato fantoccio.
Ma aveva portato anche alla presa di coscienza da parte di molti, soprattutto giovani, che avevano conosciuto solo l’indottrinamento fascista nelle scuole e nei momenti ricreativi, che esistevano ideali di libertà, di giustizia, di eguaglianza, di pace, per cui combattere.
L’esperienza del partigianato e il Vento del Nord, pur con tutte le resistenze di un apparato statale ancora ancorato al passato, hanno portato alla Repubblica, alla Costituzione, ai 77 di relativa pace che l’Italia ha vissuto.
Da vecchio professore ricordo alcuni dei caduti a noi più vicini, che si sono sacrificati per la Libertà: i Martiri del Martinetto, Giuseppe Perotti, Franco Balbis, Eusebio Giambone, Paolo Braccini, Enrico Giachino, Giulio Biglieri, Massimo Montano, Quinto Bevilacqua, ai quali sono intitolate alcune vie intorno alle nostre scuole, il partigiano ebreo Emanuele Artom, morto per le violenze subite e sepolto lungo il Sangone, là dove giunge via Artom (e il suo corpo non è mai stato ritrovato). Lungo le vie del nostro quartiere sono presenti lapidi e cippi che ricordano i caduti della Liberazione.
Ed è al loro sacrificio per noi che deve andare in questo giorno il nostro pensiero. Consiglio agli insegnanti di leggere con i loro allievi alcuni passi delle lettere dei condannati a morte della Resistenza: non vi troveranno odio, ma un saluto per le persone care e la consapevolezza di avere fatto una scelta giusta, che avrebbe portato frutto.
Italo Calvino aveva colto con chiarezza l’ideale dei giovani partigiani. Lui stesso aveva combattuto tra i partigiani della sua Sanremo.
Oltre il ponte
O ragazza dalle guance di pesca,
O ragazza dalle guance d’aurora,
Io spero che a narrarti riesca
La mia vita all’età che tu hai ora.
Coprifuoco: la truppa tedesca
La città dominava. Siam pronti.
Chi non vuole chinare la testa
Con noi prenda la strada dei monti.
Silenziosi sugli aghi di pino,
Su spinosi ricci di castagna,
Una squadra nel buio mattino
Discendeva l’oscura montagna.
La speranza era nostra compagna
Ad assaltar caposaldi nemici
Conquistandoci l’armi in battaglia
Scalzi e laceri eppure felici.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l’altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent’anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l’amore.
Non è detto che fossimo santi,
L’eroismo non è sovrumano,
Corri, abbassati, dài, balza avanti,
Ogni passo che fai non è vano.
Vedevamo a portata di mano,
Dietro il tronco, il cespuglio, il canneto,
L’avvenire d’un mondo più umano
E più giusto, più libero e lieto.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l’altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent’anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l’amore.
Ormai tutti han famiglia, hanno figli,
Che non sanno la storia di ieri.
lo son solo e passeggio tra i tigli
Con te, cara, che allora non c’eri.
E vorrei che quei nostri pensieri,
Quelle nostre speranze d’allora,
Rivivessero in quel che tu speri,
O ragazza color dell’aurora.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l’altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent’anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l’amore.
Buon 25 aprile a tutti, nella speranza che gli ideali di allora possano ancora far presa su questo mondo che sembra averli dimenticati, come vediamo ogni giorno…
Il Dirigente Scolastico
professor Giorgio BRANDONE